Il diritto alla cancellazione

10 gennaio 2018Ultimo aggiornamento 29 febbraio 2024
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Nei casi in cui l’interessato si opponga al trattamento dei suoi dati personali o verifichi che lo stesso non è conforme a quanto previsto dalla normativa, il nuovo Regolamento Europeo sulla privacy in vigore dal prossimo 25 maggio 2018 gli riconosce il diritto di richiedere la cancellazione dei propri dati personali e quindi il non utilizzo futuro degli stessi per le finalità per le quali sono stati raccolti.
L'instanza di cancellazione può essere presentata al titolare o al responsabile, se designato, del trattamento senza particolari formailità (come, ad esempio, una lettera raccomandata o una casella di posta elettronica certificata). In questo caso la conservazione dei dati resta lecita solo qualora sia necessaria per esercitare il diritto alla libertà di espressione e di informazione, per adempiere un obbligo legale o per finalità di pubblico interesse in ambito sanitorio, scientifico, storico o giudiziario.

Il diritto alla cancellazione dovrebbe essere esteso in modo da obbligare il titolare del trattamento a informare eventuali responsabili dello stesso che stanno trattando tali dati affinché ne avvenga la cancellazione, della loro copia o della riproduzione di detti dati: in questo modo l’ambiente online starebbe rafforzando il cosiddetto diritto all’oblio.

Si tratta chiaramente di una facoltà rilevante soprattutto se il consenso era avvenuto in minore età, ossia quando non poteva essere completamente consapevole dei rischi, e se l’intenzione è proprio quella di eliminare questi dati personali.


 
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